Fra le gallerie potete vederei ritratti dei Surmi nel loro villaggio. Volti bellissimi, incorniciati di fiori, volti dipinti con colori accessi, poesia, spiriti della foresta.
Ma i Surmi sono anche dei guerrieri. Anzi, sono principalmente dei guerrieri, temuti al punto che per un certo periodo il viaggio fino a Kibish, loro capitale, era considerato pericoloso. Meglio non andare: si sparano persino al mercato. Adesso è molto che non succede più nulla, ma certamente, vedendoli passeggiare con in mano i loro lunghi bastoni ed i kalashnikov, non pensi di essere nel posto più tranquillo della terra.
Ma i Surmi sono anche dei guerrieri. Anzi, sono principalmente dei guerrieri, temuti al punto che per un certo periodo il viaggio fino a Kibish, loro capitale, era considerato pericoloso. Meglio non andare: si sparano persino al mercato. Adesso è molto che non succede più nulla, ma certamente, vedendoli passeggiare con in mano i loro lunghi bastoni ed i kalashnikov, non pensi di essere nel posto più tranquillo della terra.
Anche la loro cerimonia più tradizionale è frutto di questa natura guerriera: il Donga è una battaglia, combattuta con i bastoni. Chi combatte sono uomini giovani, provenienti da varie regioni, ma tutti appartenenti alla stessa tribù. Ogni gruppo è rappresentato da un drappo con un colore diverso, che viene piantato nel terreno quando il proprio combattente è vincitore.
Gli uomini si presentano in mezzo all’agone, chiamando chiunque voglia sfidarli e se si avvicina un pretendente, inizia la lotta. Si colpiscono violentemente con i loro lunghi bastoni, ma ci sono delle regole: bisogna colpire solo dalla cintura in su, perchè i colpi alle gambe, in quanto più facili da tirare ma più difficili da parare, non danno alcun vantaggio, quando addirittura penalizzano nel comattimento. Al termine, sfidante, dopo sfidante, quello che resta in piedi è il vincitore, o i vincitori, che vengono portati da tutto il gruppo sulle spalle, cinti da una collana di perline colorate, fatta di moltissimi fili e onorati come eroi.
Gli uomini si presentano in mezzo all’agone, chiamando chiunque voglia sfidarli e se si avvicina un pretendente, inizia la lotta. Si colpiscono violentemente con i loro lunghi bastoni, ma ci sono delle regole: bisogna colpire solo dalla cintura in su, perchè i colpi alle gambe, in quanto più facili da tirare ma più difficili da parare, non danno alcun vantaggio, quando addirittura penalizzano nel comattimento. Al termine, sfidante, dopo sfidante, quello che resta in piedi è il vincitore, o i vincitori, che vengono portati da tutto il gruppo sulle spalle, cinti da una collana di perline colorate, fatta di moltissimi fili e onorati come eroi.
